COMUNITÀ FUTURA

Nascita del gruppo

Il gruppo che esprime la lista Comunità Futura è nato quasi per necessità: molti di noi hanno tra i 40 e i 60 anni e si sono posti il problema fondamentale per una comunità piccola come Torino: dove saremo tra cinque, dieci, vent’anni? Che ne sarà delle nuove generazioni? Che comunità potremo offrire? Domande che naturalmente non ci siamo fatti per la prima volta. Tuttavia, l’impietosa demografia ci impone di provare a dare qualche risposta che, secondo noi, non può che prescindere dagli storici schieramenti presenti in comunità. Si è cominciato a fare un vero e proprio esercizio di visione che poi naturalmente dovrà coniugarsi con le risorse umane e materiali a disposizione.

Ne sono emerse alcune idee e la voglia di impegnarsi in prima persona nelle prossime elezioni.

Cosa ci accomuna

L’obiettivo è sicuramente la sopravvivenza di una comunità aperta, attrattiva, vivace e intergenerazionale. In un momento in cui la situazione nazionale ed internazionale impone molta attenzione, una comunità medio-piccola, con elevata età media, non può permettersi di essere frammentata ed accelerare la propria estinzione.

Visione di comunità

Il rapporto con gli iscritti e tra gli iscritti è un elemento essenziale per il rilancio della comunità, che deve cercare di rispondere alle esigenze di tutti non solo come appartenenti a un gruppo ma come singoli. Pensiamo sia interessante promuovere un ragionamento collettivo sulla nostra comunità anche attraverso un lavoro di consiglio che valorizzi il lavoro delle commissioni esistenti e ne crei di nuove. Pensiamo che questo possa portare ad una collaborazione tale da incoraggiare, chi lo desidera, a impegnarsi in prima persona e contribuire all’organizzazione della comunità (come in parte è già stato fatto nelle due precedenti consiliature), in modo che ci sia un reale avvicinamento tra iscritto e istituzione.

Inoltre, vogliamo continuare il preziosissimo lavoro sui giovani intrapreso nella scorsa consiliatura, oltre alla prosecuzione dell’offerta culturale che non ha mai mancato di originalità e alta qualità. Vogliamo anche rafforzare il legame con gli ebrei israeliani e di altre realtà presenti a Torino per studio e lavoro.

Vorremmo, tra le altre cose, creare un assessorato che si occupi dei temi dell’inclusione e della discriminazione, sia internamente che esternamente alla comunità. Anche alcuni recenti episodi ci impongono di essere molto attenti, affinché ogni atto di antisemitismo venga denunciato con vigore, così come ogni altro atto discriminatorio in generale.

Il momento politico che viviamo tende a minimizzare questi avvenimenti, invece noi dobbiamo essere sentinelle territoriali sempre molto attente.

Un ebraismo a più voci

Donne e uomini, diverse età, diversi interessi, diverse opinioni, diversi livelli di osservanza: non cassetti separati ma voci che dialogano e si confrontano. Perché ciascuno di noi ha più voci a seconda dei momenti e dei contesti e ciascuno di noi è contemporaneamente maggioranza e minoranza.

Più voci per un’unica comunità.

 

 

L’ebraismo a più voci

La voce dei giovani e la voce degli anziani
La voce delle donne e la voce degli uomini
La voce dei più osservanti e la voce dei meno osservanti
La voce di chi è vicino e la voce di chi è lontano
La voce della maggioranza e la voce della minoranza
La voce di chi si sente maggioranza e la voce di chi si sente minoranza
La voce che prega e la voce che discute, la voce che canta e la voce che studia,
la voce che sussurra e la voce che grida,
la voce che si indigna e la voce che si rallegra
La voce di chi ricorda e la voce di chi sogna
Tante voci che sono state, sono o saranno la nostra, perché tutti noi a volte siamo maggioranza e a volte siamo minoranza, a volte siamo vicini e a volte siamo lontani, a volte cantiamo e a volte discutiamo, a volte studiamo e a volte mangiamo e facciamo festa (e spesso facciamo tutte queste cose insieme), a volte ricordiamo e a volte progettiamo, a volte gridiamo e a volte ridiamo 

Tante voci per un’unica comunità.