Rassegna a cura di Silvana Momigliano
Christian Jennings – Gli italiani e la soluzione finale – Ed. Longanesi, 2024 (pp. 268, € 22)
Recentemente a Montecitorio è stata presentata la collana di libri “Fecero la scelta giusta” edito dalla Polizia di Stato, a cui si accosta il presente volume del giornalista e saggista inglese. Riaffiorano così dall’oblio atti (alcuni ormai noti, altri nuovi) di umanità e coraggio, spontaneità e naturalezza, poiché quello era ciò che si doveva fare, anche a costo della propria vita. (s)
Isaac Bashevis Singer – Viaggio in Israele – Ed. Giuntina, 2024 (pp. 179, € 18)
“In Israele c’è un solo problema: gli arabi”. Questa è la sintesi lapidaria che, dal viaggio del 1955, Singer ricava con preoccupazione. Dismessi i panni dello scrittore, noto ma non ancora insignito del Nobel, con curiosità osserva ed annota tutto ciò che l’”utopia” del sionismo ha realizzato con la creazione dello Stato e quella del “comunitarismo” materializzato nel Kibbutz. Nei dodici articoli/reportage viene analizzata ripetutamente la sensazione di estraneità eppure di appartenenza e, turista in patria, spaesato eppur familiare, conosce per la prima volta una realtà conosciuta da sempre. Il sogno millenario del ritorno a Sion si è avverato, perdendo forse un po’ del fascino mistico a cui ci si era aggrappati ma ora è un paese reale, con i suoi abitanti, i carretti, il mercato, l’immondizia…. Tutto lo attrae e lo interessa ma molte sono le riflessioni sulla varietà di ebrei presenti, tutti ebrei eppure così diversi: gli askenaziti sembrano proprio quelli degli shtetlach dell’Europa orientale e i sefarditi sono integrati forse con qualche maggiore difficoltà, i laici si muovono con disinvoltura… ma sono tutti fratelli, un solo popolo. (s)
Edith Eva Eger – La ballerina di Auschwitz. La mia storia – Ed. Corbaccio, 2025 (pp. 173, € 16)
In ogni circostanza, anche la più drammatica, possiamo sempre scegliere di essere liberi dentro: questa è l’indicazione che la quasi centenaria ballerina offre apertamente ai lettori onde indurli ad affrontare le difficoltà con animo saldo, positivo e capace di speranza, difendendo la propria identità e quindi la libertà interiore. La narrazione procede cronologicamente ed è accompagnata da incisi di taglio psicologico e psicanalitico sulle sue reazioni sin dall’infanzia in famiglia, per allargarsi a quanti hanno vissuto un trauma e poi il “trauma della Shoah. Dopo la “Scelta di Edith” e “Il coraggio di rinascere”, questo libro offre un approfondimento e rappresenta forse la “conclusione” di un percorso sulla psiche umana, preda della disperazione ma non vinta. (s)
Max Brod, Han-Joachim Schoeps – Su Kafka e l’ebraismo – Ed. Marietti, 2024 (pp. 217, € 23)
Sulla figura spirituale di Kafka vengono presentate le osservazioni di entrambi gli studiosi nei due romanzi paralleli ed opposti: “Il castello” e “Il processo” da cui emerge la “posizione religiosa originaria”: l’uomo religioso è quello che viene colpito esistenzialmente dalla domanda sul senso della vita. Kafka non ha intrapreso né il cammino salvifico ebraico, né quello cristiano e neppure quello buddista perché “il miracolo della chiamata divina non gli era giunto”. Il pessimismo da cui era pervaso sfocerà in una lingua poetica e simbolica e tuttavia la sua Weltanschauung permane tragica, vi si riconosce il divino, ma tra il mondo e Dio non vede correlazione, “eppure la ebraica speranza messianica” in lui non cessa di esistere. (s)
Horst Krueger – La casa rotta – Ed. Rizzoli, 2024 (pp. 249, € 18)
Il percorso a ritroso nella Germania dagli anni Venti in avanti si concretizza con l’amicizia dell’autore con Fritz Bauer che lo invita ad assistere al “Processo Auschwitz” e, da quella esperienza, i ricordi personali hanno cominciato ad affiorare e le domande a diventare sempre più urgenti. Autobiografia ma anche accurata ricostruzione storica su quei tedeschi ingenui e apolitici che non sono mai stati nazisti per scelta, senza i quali però i nazisti non avrebbero potuto fare quello che hanno fatto. In questo libro “senza bugie sulla Germania” si osserva che, sebbene in quanto Stato la Germania abbia fatto i conti con la responsabilità della Shoah, non molto numerosi sono gli studi, gli approfondimenti, le confessioni, le ammissioni di singoli sul proprio agire e sentire durante il nazismo. (s)
André Aciman – Un’educazione sentimentale – Ed. Guanda, 2024 (pp. 379, € 19)
Nel seguito del memoir “Ultima notte ad Alessandria”, l’adolescente narratore racconta e analizza le emozioni, i sentimenti più intimi e profondi con cui affronta le difficoltà della vita da profughi della famiglia ebraica cacciata dall’Egitto di Nasser. Nucleo del romanzo è il rapporto con Roma (coprotagonista, come risulta dal titolo originale: “Roman Year”) odiata in quanto vissuta da derelitti, in uno squallido quartiere di periferia, amata dal giovane colto, istruito e sensibile alla bellezza e alla storia di cui la città eterna si ammanta. Un romanzo di formazione (con esplicito riferimento alla quasi omonima opera di Gustave Flaubert) in cui grande risalto viene dato all’infelice condizione dell’esule che, impedito a tornare in patria, non si sente mai integrato nella realtà in cui si trova, non sapendo tuttavia indicare una soluzione soddisfacente. A ciò si aggiunge lo smarrimento del giovane in formazione, osservato nella sua intimità, nel rapporto con gli altri, con il mondo esterno. (s)
Umberto Gentiloni Silveri, Stefano Palermo – Dal buio del Novecento. Diari e memorie di ebrei italiani di fronte alla Shoah – Ed. Il Mulino, 2024 (pp. 184, € 20)
Nell’ambito della diaristica i documenti presentati in questo lavoro risultano particolarmente preziosi per la realtà vissuta e raccontata dal di dentro, quasi l’altra faccia della medaglia, rispetto alla storia ufficiale e ufficializzata. “Scrivere per esistere e per essere ricordati e per affermare che la progettata distruzione degli Ebrei d’Europa ha fallito: non ha cancellato storie, persone, famiglie e ambienti di riferimento”. Si tratta dunque di testimonianze individuali, di persone comuni che, raccordate tra loro, costituiscono una rete parallela ai fatti della grande storia, costituendone il substrato. Nell’archivio diaristico nazionale, fondato nel 1984 a Pieve Santo Stefano, si custodiscono oltre diecimila scritture e si lavora al fine di “incrociare le storie individuali con gli avvenimenti, restituire il senso della cesura storica determinata dalle leggi razziste ed evidenziare come le vicende personali si inseriscono nella cronologia e nella geografia del territorio della penisola”. (s)
Gaëlle Nohant – L’archivio dei destini – Ed. Neri Pozzi, 2024 (pp. 332, € 20)
Sebbene romanzato mediante la creazione del personaggio della protagonista, questa documentazione del lavoro svolto presso l’archivio di Bad Arolsen “per ricucire frammenti di vita sfilacciata” restituisce alle persone almeno un po’ di “ciò che è stato loro sottratto, costituisce un atto di riparazione,” cioè di Tikkun Olam”. Nell’archivio voluto dagli Alleati alla fine della Seconda Guerra Mondiale si sono trovate tracce tali da consentire in molti casi di consegnare ai discendenti, consapevoli oppure ignari, oggetti (modesti, di uso quotidiano, di valore affettivo, simbolico ed emotivo) appartenuti ai loro cari scomparsi nell’inferno dei campi. I nomi sono quasi tutti di fantasia ma le vicende narrate sono vera e documentata realtà storica. Sull’argomento vedasi anche il volume “Riemersi dalla notte. L’ufficio dei destini perduti e ritrovati” di Elise Karlin, edito da Lindau. (s)
Uwe Wittstock – 1940. Il grande esodo della letteratura in fuga da Hitler – Ed. Marsilio, 2025 (pp. 325, € 20)
Dopo che la Wehrmacht di Hitler sconfisse l’esercito francese nella primavera del 1940, la Gestapo si mise sulle tracce di Heinrich Mann, Franz Werfel, Hannah Arendt, Lion Feuchtwanger e altri intellettuali – per lo più ebrei – che avevano trovato asilo nella Francia di Vichy a partire dal 1933.
Uwe Wittstock racconta l’impresa di Varian Fry, giornalista americano che nell’estate del 1940 fonda e dirige a Marsiglia il Centre Américain de secours (CaS), filiale francese dell’Emergency Rescue Committee (ERC), organizzazione americana sostenuta da Eleanor Roosevelt. L’ERC aveva l’obiettivo di far uscire dal paese centinaia di esuli perseguitati dai nazisti. Per farli uscire dalla Francia il CaS mise a punto un sistema di visti, integrato anche da metodi illegali come fornire documenti falsi ai rifugiati o condurli a piedi attraverso i Pirenei fino alla Spagna.
In un anno circa, Fry e la sua squadra riuscirono a mettere in salvo oltre 2000 profughi attraverso la Spagna, il Portogallo e infine negli Stati Uniti. Nell’estate del 1941, arrestato dalla polizia di Pétain, Fry fu espulso dal paese. Basato su materiale biografico e ricerche d’archivio, il libro di Wittstock è un saggio storico che si legge come un romanzo. (s)