di Chiara Pilocane

 

L’Archivio Terracini non poteva trovare sede più adatta del primo numero del 2023 di Ha Keillah per ricordare una data importantissima nella sua storia, ovvero la sua istituzione come associazione autonoma, sancita con atto notarile esattamente cinquant’anni fa: era il 16 gennaio del 1973 e Renato Calabi, Reginetta Ortona e Franco Segre sottoscrivevano nello studio del notaio Giampiero Prever l’atto costitutivo e il primo statuto.

Ci si trovava allora, e forse in pochi lo sanno, non tanto a un punto di partenza ma a un punto di arrivo: l’archivio esisteva infatti già da cinque anni come archivio storico della Comunità di Torino. Era stato La natura, l’importanza e la varietà del patrimonio storico che l’archivio intendeva raccogliere e ospitare, e insieme la specificità delle attività necessarie per conservarlo correttamente e valorizzarlo, portarono presto alla decisione di fare di quello che era nato semplicemente come archivio della Comunità un’istituzione indipendente, avente come scopo la conservazione della memoria dell’ebraismo piemontese nel suo complesso. Si arrivò così al primo statuto del 1973, con il quale nacque formalmente l’ Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici Benvenuto Terracini, poi Archivio delle Tradizioni e del Costume Ebraici Benvenuto e Alessandro Terracini; seguirono modifiche statutarie nel 1983, nel 2003 e infine nel 2013.

L’archivio era inizialmente ospitato in una piccola stanza adiacente alla biblioteca Artom, dove rimase a lungo come ente autonomo; con l’accrescersi del patrimonio, che vide un ampliamento straordinario dagli anni Novanta del secolo scorso, specialmente per quanto attiene alla documentazione d’archivio sia delle comunità sia delle famiglie, l’esigenza di trovare spazi maggiori e adatti a ospitare le carte e i libri divenne sempre più urgente. L’archivio traslocò nei locali attuali, in origine costituiti dalle sole prime due stanze; questa sede, concessa in comodato dalla Comunità, fu allargata e riadattata, anche con la creazione di un grande deposito per le carte e i libri, nel corso di un profondo intervento di restauro condotto tra il 2004 e il 2005.

Il patrimonio documentale e librario oggi custodito è notevolissimo per ampiezza e pregio, e fa dell’Archivio Terracini uno dei massimi centri di conservazione della memoria ebraica in Italia e non solo; la storia di questo materiale e delle attività di conservazione, messa a disposizione degli studi e valorizzazione per il pubblico è troppo importante e troppo lunga per essere esaurita in poche righe: l’Archivio organizzerà nel corso della prossima primavera un paio di eventi dedicati rispettivamente ai suoi documenti e ai libri.

In attesa di queste come di altre iniziative, entriamo nel nostro cinquantunesimo anno di vita con un importante risultato, il nuovo sito internet. Il primo sito era stato realizzato nel 2011 e già allora aveva il pregio di ospitare gli inventari di quasi tutti i fondi d’archivio, esplorabili on line in forma di banca dati: uno strumento di eccezionale utilità per gli studiosi e che anche nel nuovo portale costituisce una delle sezioni più importanti per la conservazione e lo studio del patrimonio. Oggi, insieme a questo accesso, indispensabile ma appunto dedicato in modo specifico allo studio e alla ricerca, il sito espone tanti nuovi strumenti e percorsi di conoscenza delle carte, che offrono un accesso più immediato e semplice alle informazioni, e che quindi parlano anche al pubblico non specialistico. A chi desidera, ad esempio, conoscere la storia della censura dei libri antichi che conserviamo, oppure conoscere i nomi delle persone e delle istituzioni ebraiche che fra Sei e Ottocento possedevano questi libri. A chi è curioso di leggere le lettere ricevute fra il 1938 e il 1939 dall’ufficio del Comitato di Assistenza per gli Ebrei di Torino, oppure a chi vuole approfondire, attraverso testi semplici e riproduzioni delle carte conservate, la storia del Congresso Israelitico di Firenze del 1867, o la storia della Fondazione De Levy. Nella nuova Digital Library si possono, inoltre, consultare riproduzioni integrali di alcune delle serie documentali che custodiamo e di opuscoli e volumi della nostra biblioteca, e nella pagina delle Conferenze e seminari si possono guardare le registrazioni delle conferenze promosse dall’Archivio negli ultimi anni. Tutto questo, ma anche molto altro, è oggi a disposizione on line a seguito di un lungo lavoro realizzato grazie all’indispensabile sostegno della Fondazione De Levy e della Regione Piemonte. Un lavoro che continuerà nei prossimi mesi e anni, con l’obiettivo di rendere sempre più conosciuto e fruibile il nostro ricco patrimonio storico.

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