Buonasera a tutti.

A nome anche del Consiglio della Comunità Ebraica di Torino, del Presidente Dario Disegni che non può essere qui stasera per concomitanti impegni fuori Torino ringraziamo l’associazione Adelaide Aglietta per aver organizzato questa serata.

Ringraziamo tutte le persone che hanno scelto di essere qui stasera.
Ringraziamo tutte le autorità e tutte le organizzazioni che in questi giorni così difficili hanno manifestato solidarietà allo Stato d’Israele e vicinanza alla nostra Comunità.

Una solidarietà che purtroppo si sta rivelando tutt’altro che unanime e scontata.
Mentre il nostro cuore sanguina per la violenza disumana che si è abbattuta contro civili inermi in quello che per gli ebrei doveva essere uno dei giorni di festa più gioiosi dell’anno, mentre siamo in pena per i nostri parenti e amici in Israele, molti di noi, soprattutto studenti, si devono anche confrontare con l’incomprensione, l’indifferenza, talvolta la manifesta ostilità.
In questi giorni si sono levate voci ambigue, voci esitanti nel condannare l’orrore. C’è chi ha scelto di fingere di non vederlo; c’è chi in qualche modo lo legittima; c’è chi consapevolmente lo esalta; c’è chi addirittura invoca un orrore ancora più grande augurandosi la distruzione stessa dello Stato di Israele.

C’è chi parla di resistenza del popolo palestinese. Una definizione incomprensibile, un’offesa inaccettabile a ciò che è stata la Resistenza, quella vera.

Non è resistenza massacrare civili inermi.
Non è resistenza assalire villaggi e kibbutzim dando la caccia a tutti gli abitanti casa per casa.
Non è resistenza rapire anziani, donne e bambini.
Non è resistenza violentare e torturare.
Non è resistenza decapitare neonati.
Non è resistenza compiere gesti che riproducono volutamente gli orrori della Shoah.
Non c’è nulla che possa giustificare tutto questo. Dire “sì, è grave, ma…” è già una forma di legittimazione.

Mentre siamo vicini al popolo israeliano che soffre, al contempo il nostro pensiero va alla popolazione di Gaza, ostaggio e vittima – quanto e forse più degli israeliani – del crudele e cinico gioco di Hamas.
Siamo qui per sostenere Israele, tutti insieme, uniti, convintamente, senza distinguo, senza etichette e senza strumentalizzazioni. Ancora grazie a tutti per essere qui.

Am Israel Chai! Il popolo di Israele vive!

Anna Segre, vicepresidente della Comunità ebraica di Torino

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