di Bruna Laudi

Giulio Disegni, Anna Bises Vitale, Giulio Tedeschi, Franco Segre

Lea Voghera Fubini, Paola De Benedetti, Giuseppe Tedesco
Nel 1971 il gruppo di persone che avrebbero costituito il Gruppo di Studi Ebraici, non avendo un posto dove incontrarsi per discutere dei problemi della Comunità di Torino, aveva accolto il generoso invito del Rag. Guido Norzi che metteva a disposizione un’area del suo studio professionale. Qui si è formato il GSE. Qui, quattro anni dopo, nel 1975, si è realizzata, con la nascita di HaKeillah, l’idea di portare all’esterno le discussioni sulla gestione della Comunità.
Il numero Zero nasce il 1° maggio 1975 per polemica comunitaria in opposizione al Consiglio di allora: aveva come testata “La Comunità”, la sede era in Via Spano, residenza di Lea Fubini, prima segretaria di redazione. Direttore responsabile era Giorgina Arian Levi, che aveva dato subito la sua – necessaria – disponibilità alla firma. Dal Numero Uno, uscito nell’ottobre del 1975, il giornale è diventato HaKeillah, e ha fissato la sede in Via Pio V – ora Piazzetta Primo Levi – n. 12, sede della Comunità.
Direttori e redazioni
La prima redazione, diretta da Giorgina Arian Levi (deputata 1963-1972), era composta da Guido Fubini, Tullio Levi, Franco Segre, Giuseppe Tedesco, Elena Ottolenghi Vita Finzi, segretaria di redazione Lea Voghera Fubini. La redazione era politicamente composita: comunisti (Giorgina, Giuseppe), socialisti (Guido), meno politicizzati, più o meno osservanti, con interessi diversi: Comunità, Israele, diritto, Federazione Giovanile Ebraica Italiana. Indimenticabile il ricordo di Giuseppe Tedesco, sionista e comunista.
Le direzioni successive sono state:
David Sorani, entrato in redazione nel 1982, diventato Direttore dal 1987 al 2010.
In quell’anno il Gruppo di Studi Ebraici, a seguito di forti contrasti, si è spaccato e un nutrito gruppetto di iscritti dissidenti si è dimesso: il ritiro da Direttore era di fatto contestuale alla lettera di dimissioni collettive.
Anna Segre, in parte figlia di due dei fondatori (Alda e Franco) in parte protagonista. Cominciò a lavorare per il giornale quando aveva 8 anni, da bambina vedeva le riunioni di redazione, etichettava; in redazione dal 1992 al 2022, diresse il giornale dal 2010 al 2022 (gentilmente Vicky Franzinetti diede la disponibilità come direttrice responsabile dal 2010 al 2012).
Dal 2022 è Direttore Sergio Terracina.
Ricordiamo, sperando di non fare torto a nessuno, gli importanti contributi di Silvio Ortona, Ada Della Torre, Emilio Jona. Hanno anche scritto Umberto Terracini, Primo Levi, Aldo Zargani, Israel De Benedetti, ha offerto i suoi disegni originali Stefano Levi Della Torre. Vignettista ufficiale, nonché grafico da parecchi anni, David Terracini.
In tanti hanno portato cultura e competenze, contribuendo alla crescita del giornale e non solo: ricordiamo il grande contributo alla conoscenza dell’ebraismo e dell’ambito culturale ad esso collegato.
Fondamentale fu l’apporto degli esperti in questioni giuridiche per lo sviluppo dei rapporti con lo Stato: la stipula delle Intese, il dibattito sull’8 per mille, lo Statuto dell’ebraismo italiano e altro ancora.
Un ruolo fondamentale per HaKeillah, per il Gruppo di Studi Ebraici, per la Comunità e per l’Unione delle Comunità lo ha svolto Tullio Levi, presidente della Comunità ebraica torinese dal 1981 al 1987 e dal 2005 al 2011. Una presidenza importante: coltivò rapporti col mondo esterno, con la sinistra e con l’Unione.
Con lui e grazie all’operazione culturale svolta da HaKeillah, il Gruppo di Studi Ebraici diventò in pochi anni maggioranza nel Consiglio.
Tra i vari redattori che non ci sono più ricordiamo Guido Fubini con le parole di Beppe Segre: Guida preziosa sono gli scritti di Guido Fubini. Abbiamo iniziato a rileggere i numerosissimi articoli comparsi su HaKeillah ed a riflettere sui tanti temi: il diritto all’uguaglianza ed il diritto alla diversità, la difesa dei deboli, il rispetto dei diversi, la denuncia di ogni tipo di antisemitismo, compreso quello che ha chiamato “il fascismo dei poveri”, le riflessioni sul precetto “Ricordati di amare lo straniero perché anche tu sei stato straniero in terra d’Egitto” su cui Guido ci è stato maestro, la responsabilità della maggioranza, e la responsabilità della minoranza.
Ma oltre all’impegno politico non dimentichiamo di Guido l’affettuosità verso tutti ed il suo caratteristico senso dell’ironia.
David Sorani ricorda che a volte in redazione c’erano discussioni e contrasti, sempre costruttivi, su vari temi: critiche a Israele, ebraismo riformato, aprirsi o non aprirsi all’esterno e come. Ricorda che un redattore sosteneva che gli ebrei riformati sono molto più “religiosi” e meno laici della maggioranza di quelli ortodossi. La posizione di HK in merito era aperta ma sempre rigorosamente legata all’ebraismo ortodosso.
Una redazione artigianale
Come sono stati affrontati i problemi pratici? Paola e Alda De Benedetti raccontano che inizialmente, per costruire l’indirizzario, è stata essenziale la collaborazione di Ginetta Ortona, che ha copiato a mano l’elenco in possesso di qualche organizzazione ebraica di cui aveva la disponibilità; i redattori avevano gli indirizzi degli amici FGEI in tutta Italia, e li usavano per far conoscere il giornale. Giorgina Arian Levi, tra i fondatori e firma prestigiosa, era deputata del PCI e chiamava HaKeillah “Il giornalino”. Però, quando usciva un nuovo numero ne mandava una copia a tutti i colleghi parlamentari…magari qualcuno lo leggeva! Tutto era condotto in modo molto artigianale: la tipografia consegnava i fogli, la redazione componeva il giornale, insieme agli amici del Gruppo di Studi lo si ripiegava e si proseguiva con l’imbustamento, l’applicazione delle etichette adesive con gli indirizzi e l’affrancatura. Il malloppo veniva consegnato in Posta per la spedizione. Questo lavoro non veniva vissuto come una seccatura, perché costituiva un’occasione di incontro in cui si conversava, si facevano alcuni commenti su qualche destinatario (un po’ di sano pettegolezzo), ci si scambiavano le ultime notizie, nascevano spunti per la pubblicazione del numero successivo.
C’era chi collaborava, senza far parte della redazione, come racconta Silvia Sacerdote: “Una cosa, dal punto d’osservazione di manovale della rivista, è rimasta nella mia memoria: l’imbustamento ed etichettatura fatta in serate dedicate coinvolgendo figli, parenti ed affini al centro sociale (forse in epoca preistorica anche in casa) facendo mucchietti di riviste divise in base al CAP dei destinatari. In questa attività Piero De Benedetti, fratello meno visibile di tante sorelle, con la sua esperienza alla Sacat, era il più esperto nella legatura, con apposito spago, dei gruppi di giornali in modo che non ne sfuggisse nessuno ma io, e questo credo sia stato il mio massimo contributo in tutti i 50 anni di Ha Keillah, come nipote di cartolai, mi difendevo come legatrice in seconda posizione. Comunque, davvero si tratta di preistoria.”
Ma c’era anche un aspetto conviviale…
Le riunioni di redazione si svolgevano nei salotti di redattori ospitali, che si prodigavano per rendere più piacevoli gli incontri con bibite, salatini e dolcetti: rispetto ai gusti delle redazioni via via succedutesi, si narra che Guido Fubini adorava le crostate preparate da Giulia Sorani, Chicco Fubini non toccava alcun tipo di dolce e in genere si accontentava di un bicchiere d’ acqua, Anna Segre andava in crisi di astinenza se non c’era la Coca Cola, come qualcun altro.
Purtroppo, dopo il Covid è subentrato Zoom, attualmente la redazione non è più esclusivamente torinese e questo aspetto è perduto!
I dubbi iniziali
Alcuni dei partecipanti di allora avevano espresso il dubbio se avremmo avuto la forza di proseguire a tenere in vita una pubblicazione periodica. E invece … siamo arrivati alle nozze d’oro: il miracolo di un giornale di un gruppo privato e minoritario che riesce a vivere 50 anni e avere un’influenza notevole su Torino e sull’Italia.
Oggi si stampano e distribuiscono 2050 copie (in modo meno artigianale!) ed è visibile sul sito online www.hakeillah.com
Grazie alla gentile collaborazione di: Alda e Paola De Benedetti, Franco e Anna Segre, David Sorani, Beppe Segre, Silvia Sacerdote e Lia Montel Tagliacozzo.