di Alberto Cavaglion
Questo libro racchiude non poche sorprese per chi segua con attenzione l’evolversi della riflessione storico-letteraria sul tema della rappresentazione della Shoah. Lo ha curato Flavio Fiorani, docente di Lingua e Letterature ispano-americane all’Università di Modena: in verità si tratta di uno studioso per ragioni familiari intimamente legato alle vicende dell’emigrazione ebraica in America Latina (un capitolo di storia che ha visto come protagonisti anche molti ebrei torinesi). Il tentativo operato dall’autrice presenta caratteri di originalità innanzitutto per il campo di indagine preso in esame: non l’Argentina, terra d’asilo per eccellenza, non il Brasile, ma la rete di superstiti approdati in Venezuela, la cui testimonianza orale oggi, insieme a tutte le altre, è conservata presso la USC Shoah Foundation- The Institute for Visual History and Education fondata dal regista Steven Spielberg.
La famiglia di Jacqueline Goldberg, che da anni oltre oceano si occupa delle biografie di sopravvissuti, è parte della vicenda narrata nel libro, ma il coinvolgimento dell’autrice – e del curatore – oltrepassa i confini canonici della testimonianza orale, forse ritenendoli troppo angusti, per così dire logorati da una tradizione narrativa che sembra si sia esaurita da tempo. E qui si giunge al punto più innovativo dell’operazione editoriale che presentiamo.
Intanto, la sua struttura: il libro è diviso in capitoli, ognuno dei quali è aperto da una frase-guida per così dire “d’autore”: si va da Celan a Améry, da Nelly Sachs a Primo Levi, da Semprùn a Canetti. Ogni capitolo contiene una decina di componimenti poetici, che recano come titolo il nome e il cognome del testimone-superstite, tutte persone oggi scomparse e rimpiante. A prima vista il libro ci appare come una versione, adattata ai tempi e ai temi dello sterminio ebraico, della celeberrima antologia di Spoon River, ma l’aspetto che più meraviglia sta nel coraggioso tentativo di una trasposizione lirica. La poesia qui nasce dalla testimonianza stessa. La Goldberg mette in versi ad altissima tensione spirituale ciò che ha ascoltato dalla viva voce del testimone. Si applica qui, nel corpo stesso della testimonianza, quello che nel campo della letteratura sulla Shoah è soltanto un auspicio condiviso da molti: un sogno, che poi è una certezza. Il futuro della testimonianza non è solo la memoria, ma la letteratura che ha davanti a sé l’eterno e garantisce il futuro che la sola voce umana, relegata com’è in un oceanico archivio sonoro, non potrebbe avere.
Fiorani ha compiuto un lavoro ammirevole di traduzione: il libro riporta i componimenti in originale, la traduzione a fronte. La metrica è, come non potrebbe essere diversamente, disordinata, anarchica. In lingua originale s’apprezza la musicalità: le parole registrate dalla voce umana sono riportate fedelmente, ma il montaggio delle parti avviene in obbedienza alle leggi della poesia (con le sue pause, gli spazi bianchi, i discorsi interrotti, le cesure, i salti traumatici dalla realtà al sogno). Sarà per la eccentricità della terra di salvezza dei superstiti, un mondo nuovo per il lettore italiano; sarà per la durezza espressiva e il registro volutamente aspro impresso ai versi dalla Goldberg, che ha prescelto immagini dure, non di rado oserei dire crudeli, attingendo ai ricordi dei singoli, colte nei passaggi estremi; sarà per il crescendo di narrazioni, un ritmo che ti prende alla gola; sarà per l’effetto spaesante del sonoro (una lettura bilingue fatta da autori professionisti può trasformare il libro in un evento teatrale di sicuro effetto se accompagnata dal video registrato per la USC Shoah Foundation); sarà per l’insieme di tutti questi fattori, ma una cosa è certa. Si sollevano gli occhi dalle pagine di questo libro confortati come accade dopo una visita a un antico, secolare ma verdeggiante luogo di riflessione: una casa dei vivi più che dei morti.
Jacqueline Goldberg, Noi, i salvati. Testimonianze di sopravvissuti alla Shoah rinati in Venezuela, a cura di Flavio Fiorani, Vecchiano (Pi), Edizioni Valigie Rosse, 2025, pagg. 177, € 17,00