di Barbara Herlitzka
Da quando, nel 2021, mio cugino Mauro A. Herlitzka, che vive a Buenos Aires, ha cominciato ad inviarmi scambi di corrispondenza tra il ramo argentino e quello italiano della famiglia Herlitzka, suo nonno era fratello del mio bisnonno, posso dire che la mia vita è cambiata.
In famiglia non si parlava molto del passato, si sorvolava sulle difficoltà che avevano dovuto sopportare le generazioni che erano fuggite in Argentina dove già viveva parte della famiglia dall’inizio del ‘900, oppure si erano rifugiate a Cogne in Val d’Aosta o altrove, nella speranza, fortunatamente avveratasi, di non venir catturati.
Leggendo invece le notizie che i tre fratelli Herlitzka, Livio, Mauro e Amedeo si scambiavano di frequente o direttamente o attraverso le mogli, le figure di questi personaggi, ciascuno eccezionale per il proprio verso, si sono a poco a poco delineate.
Livio, il mio bisnonno, ginecologo di chiara fama attento anche alle esigenze dei meno abbienti; Mauro, ingegnere trasferitosi a Buenos Aires nel 1897, imprenditore di grande successo ed esponente della comunità italiana in Argentina; Amedeo, professore di Fisiologia, autore di molteplici studi di grande rilievo anche, ahimè, in ambito bellico. Nella loro corrispondenza quello che emerge è soprattutto un forte legame fraterno, una grande riconoscenza per gli aiuti che Mauro forniva ai due fratelli in difficoltà a causa della guerra. Essi, a loro volta, partecipano con grande intensità al dolore che Mauro prova alla perdita nel 1927 dell’amato secondogenito, Adolfito, sedicenne. Senza contare la corrispondenza dei figli coi padri, dei nipoti con gli zii, uno scambio continuo di notizie sempre cordiale ed affettuoso.
E ancora la figura di Alessandro Lustig Piacezzi, lo zio materno dei tre fratelli, Senatore del Regno, medico e anch’egli docente universitario di Fisiologia dedito alla ricerca, che si tiene in contatto coi nipoti tramite invio di fotografie, lettere, talvolta piene di dolore perché anch’egli ha perduto un giovane figlio.
La generosa disponibilità della Presidente Bianca Gardella Tedeschi ad accogliere la proposta di Mauro A. Herlitzka di inviare la documentazione relativa ai rapporti tra la parte italiana e la parte argentina della famiglia presso l’Archivio Terracini, mi ha fornito la possibilità di collaborare per il riordino dei materiali, con l’aiuto prezioso di Baruch Lampronti. Il lavoro, da poco iniziato, assume per me un grande valore, non solo perché mi permette di “incontrare” parenti assai prossimi a me sconosciuti, dando contemporaneamente ad altri la possibilità di eventualmente studiarne i contorni, ma anche perché l’opportunità di entrare in contatto con la Comunità mi riporta a radici familiari che rivestono per me un importante e profondo significato.